I sopravissuti alle sessioni apposite

CFM E/G Le Salaiole 2006

mercoledì, settembre 27, 2006

musica e gelato...

…e mentre mangio il gelato ed ascolto “sogna ragazzo, sogna”, non faccio che pensare a voi. Stacco un morso e sento il sapore buono della panna, il sapore dolce e coinvolgente che senti quando dopo il fuoco di bivacco ti fermi a parlare, ti racconti all’altro, ti apri donando all’altro le tue fragilità, le tue paure ma anche i tuoi sorrisi, le tue esperienze ed i tuoi sentimenti. Come quando sei stanco e c’è qualcuno che ti aiuta ad andare a letto e ti rimbocca le coperte, oppure quando non hai voglia di dormire perché non ti vuoi perdere un attimo di tutto ciò ce ti gira attorno, vorresti vivere per sempre quel momento senza smettere di guardare e scoprire. Il sapore dolce di quando, in mezzo ad una sessione, arriva il caffè: è un momento per fare due battute, per avvicinarti a chi è dall’altra parte del cerchio e che quindi non può confabulare con te per un po’ di tempo. Oppure quando arriva l’ora di pranzo o di cena, che cucini raccontandoti, o che parli della giornata, delle cose che sono successe in squadriglia, di ciò che è tradizione fare nel tuo gruppo. E ridi tantissimo perché un semplice gioco di sguardi di fa venire in mente le mille battute che hai fatto prima, e non ce la fai neanche a mangiare, e ti sbrodoli tutto, e ti pulisci con il maglione e…e poi arriva invece il cioccolato…amaro, amarissimo…quello che ti ricorda i momenti che non sei riuscito a sfruttare, le occasioni che ti sei perso, le amicizie che non hai allacciato, le cose che non hai capito o che non vuoi capire, le cose che non accetti perché non le vorresti. Penso ad adesso, al campo che ormai è finito, ai legami che piano piano stanno svanendo…ne rimangono solo alcuni, sicuramente sinceri e veri, ma ti rendi conto che su 30 persone, solo con 6-7 sei rimasto in contatto e hai veramente voglia di sentire, di raccontargli chi sei fuori dal “metodo” che ci fa crescere un po’ tutti uguali. In realtà questo mi ha sempre fatto un po’ di paura: l’essere il “prodotto di un metodo”. E penso anche che è difficile rivedersi…poi arriva di nuovo la panna, la risento, buona, dolce, che cerca di contrastare il sapore amaro di un cioccolato che può far male…sembra quasi mi voglia dire “Hey, svegliati, se questo non è quello che vuoi, muovi quel tuo sedere pesante e datti da fare, non stare immobile su una sedia, dietro ad un computer. Non sprecare questi giorni a pensare ai “se” e ai “ma” perché sono questi i giorni in cui si decidono davvero le cose, non puoi stare a guardare.”…poi la canzone finisce…l’ultimo boccone di gelato…il sapore che ne rimane in bocca…un po’ dolce ed un po’ amaro, per ciò che ho fatto e per ciò che non farò mai, per la voglia che ho e la pigrizia che mi ostacola, per i sorrisi da donare e le arrabbiature, a volte stupide, che li offuscano, per le parole stupende e per quelle che fanno male…sono solo una canzone ed un gelato panna e cioccolato…

“…e la vita è così forte che attraversa i muri per farsi vedere, la vita è così vera che sembra impossibile doverla lasciare, la vita è così grande che quando sarai sul punto di morire, pianterai un ulivo, convinto ancora di vederlo fiorire…”