I sopravissuti alle sessioni apposite

CFM E/G Le Salaiole 2006

lunedì, gennaio 15, 2007

eccomi

La cosa più forte è il vento, il vento che soffia in ogni direzione, che ti agita i vestiti, ti scompiglia i capelli, il vento che a volte rende difficile stare anche solo in piedi e camminare. Quel vento che fa cambiare il tempo in un attimo, che fa in modo che prima splenda il sole e un secondo dopo cominci a piovere, di quelle pioggerelline fini fini che ti bagnano tantissimo senza che tu te ne possa accorgere. L’ombrello non lo puoi usare, si romperebbe con il forte vento, e allora cammini tranquillo fra la folla che come te accetta il tempo per quello che è, senza correre, senza essere stufa, senza pensare se non a quello che deve fare. La natura va presa per quella che è, con le sue piante basse come in alta montagna che dipingono tutto di giallo-verde e che di estate si colora di viola, la terra nera che si scontra con il cielo grigio-azzurro, l’acqua delle cascate che continua a scendere impetuosa per riversarsi nei mille laghi dove le pecore si abbeverano contente di essere libere per quelle distese erbose tenute in modo accurato dai loro pastori. In città i parchi sono pochi ma belli, pieni di laghi, con il prato di un verde acceso impressionante anche quando non c’è il sole perché la terra è sempre bagnata dalla continua pioggia. La gente inonda le strade dalle 18 in poi, si riversa nei ristoranti e nei pub a bere una birra o uno whisky per poi tornare a casa alle 22 dopo una bella serata con gli amici. Abitano in quelle villettine a schiera, con il giardino tenuto perfettamente, con la porticina ad arco e le finestre enormi senza tende per far entrare maggior luce possibile. I tetti a spiovente e il camino fatto a torre di castello finiscono di disegnare la classica casetta che ti immagini nelle favole, quella che sogni per quando sarai più vecchio e vorrai passare la serata a fumarti la pipa, sulla sedia a dondolo davanti al camino magari leggendo un bel libro e con il tuo cane, ormai vecchio anche lui, ai piedi e il gatto sulle gambe a tenerti calduccino.
Poi c’è anche la parte caotica, con i mega centri commerciali dove la gente fa la corsa per accaparrarsi i pezzi migliori con l’arrivo dei saldi, gli internet point e la musica alta, le strade piene di gente…ma c’è anche sempre qualcuno che appena ti guardi intorno per capire dove sei, si ferma per chiederti se hai bisogno di aiuto, ti sorride, cerca di farsi capire e di capirti, cerca di darti una mano senza che tu gli chieda nulla, ti guarda e si rende conto che sei un turista semplicemente dal fatto che sei tutto imbacuccato quando in giro ci sono persone in giacca e cravatta o in minigonna che camminano nel vento senza difficoltà.
Questa è la Dublino (e dintorni) che ho vissuto in questi giorni: una settimana per conoscere un po’ di più il mondo in cui viviamo, per capire i modi di vita di persone diverse da noi, per vedere una natura diversa e…per ripassare un po’ di inglese!!!
Un bacione a tutti

p.s. francesco non è che non so mandare i messaggi è che a mezza notte dell’ultimo dell’anno a me non me li mandava mentre il tuo mi è arrivato!!!E non puoi mai sapere quanto sia pessima quella ciliegina fino a che non l’hai assaggiata…sono quella che si illude, no? Anche perché c’è qualcuno che sbaglia a scrivere i messaggi!!!